


Ogni anno la cittadina di Cabras, sulla costa centro occidentale della Sardegna, dedica tre giorni alla sagra della bottarga (normalmente il primo weekend dopo il ferragosto). Questa è la giusta occasione per avere l’oro in bocca come il mattino. Eh si, perché l’oro di cui parliamo si mangia ed è anche conosciuto come “caviale del Mediterraneo”! Parliamo appunto della bottarga, il condimento più usato in Sardegna che esalta rendendolo eccezionale qualsiasi piatto. La bottarga altro non è che uova di pesce essiccate al sole. Ne esistono due tipologie: la bottarga di tonno e quella di muggine, quest’ultima viene anche definita “oro” di Cabras poiché è proprio in questa località ricca di lagune, habitat ideale per numerose specie di pesce tra cui i muggini, che viene maggiormente prodotta. Sono i pescatori di Cabras che hanno iniziato il traffico di questo condimento povero conosciuto dai Fenici e poi dai Romani che attualmente di povero non ha nulla!! Infatti non è un caso che le povere uova di muggine o cefalo vengano definite “oro”: il prezzo al kg è di circa € 200 per la bottarga di origine di Cabras e circa € 70-80 per quella con uova provenienti dall’estero ma lavorate in loco. Dopo questa premessa di carattere culinario veniamo a noi: Cabras è raggiungibile da Cagliari in circa un’ora di auto. Per trovare un alloggio abbiamo faticato un po’ perché gli hotel e i b&b della zona erano tutti pieni ma abbiamo trovato un’ottima soluzione nella città di Oristano, a 7 km da Cabras.
Prima di buttarci nel bel mezzo della sagra dove la bottarga fa da regina, decidiamo di visitare una fra le tante bellissime spiagge della penisola del Sinis: San Giovanni. Questa spiaggia dal mare cristallino si estende per circa 4 km sul lato occidentale della Penisola ed è dominata dalla torre spagnola intitolata al Santo. La spiaggia è ben attrezzata e il parcheggio non è a pagamento. Essendo area marina protetta i fondali sono l’ideale per chi pratica il diving e lo snorkeling. Accanto alla spiaggia si trova il sito archeologico di Tharros e l’ingresso costa solo € 1, ma se avete voglia e tempo vi consiglio di acquistare il biglietto da € 9 che dà la possibilità nell’arco di una settimana di visitare Tharros, la Torre di San Giovanni e il Museo Archeologico di Cabras. Tra le strade di arenaria della città Fenicio-Punica (VIII sec a.C.) possiamo intravedere due necropoli e un tophet dedicato ai bambini. Fanno invece parte del periodo romano le terme, l’acquedotto, il castellum acquae e un tempio monumentale, di cui sono rimaste solo due colonne che sono diventate il simbolo della città di Tharros.
La spiaggia di San Giovanni e le rovine di Tharros si trovano all’ombra della Torre di San Giovanni, costruita dagli Aragonesi tra il XVI e XVII sec per proteggere le coste sarde dalle incursioni dei pirati e dei corsari provenienti dal Nord Africa. E’ possibile visitare la torre accedendo tramite una scala a chiocciola fino alla terrazza da cui si gode un panorama mozzafiato su Capo San Marco, sulle rovine di Tharros e sulla spiaggia di San Giovanni.
Il giorno seguente invece, già col biglietto in mano, andiamo a conoscere i Giganti di Mont’e Prama. In realtà avevo già fatto la loro conoscenza in parte a Cagliari, al Museo Archeologico ma dovevo assolutamente conoscere l’intera family! I Kolossoi, chiamati così dall’archeologo Giovanni Lilliu, potrebbero risalire al periodo compreso tra il VIII e X sec a.C., se così fosse tali statue sarebbero le più antiche statue a tutto tondo del bacino del Mediterraneo, antecedenti ai Kouroi della civiltà greca.
Dopo aver dedicato l’intera mattinata alla visita del Museo di Cabras, ci dirigiamo verso la spiaggia di Putzu Idu, una delle poche riparata dal vento, e qui trascorriamo una bellissima giornata, con una vista magnifica sulla lontana Isola di Mal di Ventre. Buona domenica a tutti!!
Manu












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